Decarbonizzazione
Logistica

La logistica urbana a prova delle LEZ-m (Zone a basse emissioni mobilità)

La creazione delle LEZ-m (zone a basse emissioni mobilità) preoccupa gli attori della logistica dell’ultimo miglio. Quali sono le loro lamentele e soprattutto quali sono le soluzioni che raccomandano per adattarsi ai vincoli di una misura di cui tutti riconoscono la validità?

Alcuni promemoria sulle LEZ-m

Con la “Loi d’orientation des mobilités” (LOM) la Francia prevede una riorganizzazione capillare dei servizi di mobilità su tutto il territorio. Le LEZ-m, introdotte dalla legge del 2019, mirano a preservare la qualità dell’aria nelle zone più densamente popolate vietando la circolazione dei veicoli responsabili di notevoli emissioni di inquinanti atmosferici (NOx e particelle), responsabili ogni anno di più di 40 000 morti premature in Francia.

Nel quadro della legge LOM, le LEZ riguardavano solo 11 metropoli: Grenoble, Parigi (Métropole du Grand Paris), Lione, Reims, Rouen, Tolosa, Strasburgo, Saint-Etienne, Nizza, Aix-Marsiglia, Montpellier. Ma, entro il 1° gennaio 2025, aumenteranno a 43 o 45, la “loi Climat et Résilience” del 2021 ha reso obbligatoria la creazione di una LEZ-m in tutte le città di più di 150 000 abitanti.

Sul campo, la traduzione concreta delle LEZ è vietare progressivamente la circolazione dei veicoli in base al bollino Crit’Air, una classificazione nazionale che tiene conto della motorizzazione e dell’età dei veicoli.

La logistique urbaine à l’épreuve des ZFE

[Fonte: Union TLF]

Più alto è il numero del bollino Crit’Air più inquinante è considerato il veicolo. Di conseguenza, i vecchi veicoli diesel (Crit’Air 4 e 5) sono i primi a non poter circolare nel perimetro LEZ. Alla fine di un periodo di transizione, variabile in base alle città metropolitane, saranno autorizzati solo i veicoli Crit’Air 1 e i veicoli «emissione zero» (elettrici e a idrogeno).

Sfide delle LEZ per i professionali

Se nessuno mette in dubbio il principio e la finalità delle LEZ, le loro modalità di realizzazione sono oggi fortemente criticate sia dai cittadini che dalle imprese. Per tutti i professionisti che devono circolare all’interno dei perimetri LEZ-m esistenti o futuri, in primo luogo per gli attori della logistica urbana, l’instaurazione delle LEZ si traduce nell’obbligo di rinnovare la flotta di veicoli con termini cogenti. Le organizzazioni professionali del trasporto e della logistica denunciano in particolare:

>>calendari insostenibili

Il legislatore ha delegato la realizzazione delle LEZ-m agli enti locali, ogni città è libera di definire non solo il perimetro interessato, ma anche il calendario per l’introduzione dei divieti di circolazione. Per questo motivo, le 11 LEZ già attive obbediscono a calendari diversi e globalmente troppo ambiziosi di fronte al ritmo effettivo di rinnovo dei parchi veicoli.

Questo è particolarmente vero per la LEZ del “Grand Paris” il cui calendario iniziale prevede il divieto per i veicoli Crit’Air 3 al 1° luglio 2023, e poi i veicoli Crit’Air 2 dal 1° gennaio 2024. Ma allo stato attuale del parco il 13,4 % dei veicoli commerciali leggeri (VCL) del “Grand Paris” sono classificati Crit’Air 3 e il 69,8 % Crit’Air 2 [fonte: SDES, ministero della Transizione ecologica e della coesione dei territori].

Per Christophe Schmitt, presidente della Commissione Logistica Urbana dell’Unione delle Imprese di Trasporto e Logistica della Francia (TLF) e Direttore delle Relazioni istituzionali di Heppner:

«È del tutto irrealistico immaginare che l’83 % dei VCL del “Grand Paris” – vale a dire più di 310 000 veicoli – saranno in Crit’Air 1 o elettrici entro il 1° gennaio 2024. È altrettanto improbabile per i camion. Oggi è molto difficile sostituire un veicolo diesel con un veicolo pulito. Si può aspettare un anno se non 24 mesi! La produzione non segue. A questo ritmo, anche tra 10 anni non ce la faremo. Bisogna trovare piste intermedie. »*

Per le collettività interessate, la prima pista consiste nel rendere più flessibili i calendari troppo ambiziosi: fine 2022, il Presidente della Métropole du Grand Paris ha annunciato la volontà di rinviare il divieto di circolazione dei veicoli Crit’Air 3 al 1°gennaio 2025; nel febbraio 2023, da parte sua il Presidente del Grand Lyon ha annunciato il progetto di spostare il divieto di circolazione dei veicoli Crit’Air 2 al 1°gennaio 2028 (al posto del 1/1/2025). Questi riporti concedono un po’ di tempo ai professionisti per adattare la propria flotta (purché i costruttori siano in grado di soddisfare la domanda), ma questo non risolve il secondo problema che devono affrontare, vale a dire:

>> l’eterogeneità delle regole secondo le collettività

Non solo i calendari variano da una LEZ all’altra, ma all’interno di una stessa LEZ, il calendario può essere diverso per i veicoli privati, i veicoli commerciali leggeri e automezzi pesanti. Si aggiungono a queste disposizioni numerose deroghe locali – permanenti o temporanee – per alcune categorie di veicoli.

L’eterogeneità delle deroghe locali causa problemi operativi molto concreti alle imprese di trasporto. Ad esempio, i furgoni refrigerati sono autorizzati a circolare a Lione, anche se non hanno il bollino Crit’Air giusto. Invece, sono vietati nelle LEZ-m di Grenoble e Saint-Étienne se non hanno il bollino Crit’Air giusto (in questo caso, Crit’Air 2, 1 o elettrico). Questo significa che lo stesso veicolo non è in grado di consegnare sia Saint-Étienne che Lione, anche se le due città sono abbastanza vicine da far parte dello stesso giro. È facile immaginare le complicazioni organizzative per i trasportatori che operano nel nord della Francia se i calendari e le deroghe locali in vigore nelle LEZ-m future di Lille, Valenciennes, Béthune e Douai-Lens non sono armonizzati. Come sottolinea Jean-Philippe Elie, responsabile del progetto digitale e sviluppo dei servizi alle imprese per Logistic Low Carbon :

«Oggi siamo circa a 30 deroghe particolari per collettività. Moltiplicato per 11 LEZ ad oggi, fa più del 330 deroghe da considerare. Quando ci saranno 43 o 45 LEZ, con ciascuna le proprie deroghe, sarà infernale per i professionisti!» *

Per aiutare i professionisti a capirci qualcosa, Logistic Low Carbon (filiale della Confederazione francese del commercio all’ingrosso e internazionale) ha creato la piattaforma zfe.green nell’ambito del programma Innovazioni Territoriali e Logistica Urbana Durevole (InTerLUD). Le imprese e i privati possono verificare le autorizzazioni di circolazione dei loro veicoli in tutte le LEZ attive ad oggi.

>> l’introduzione di interruzioni di carico supplementari

L’introduzione delle LEZ e la loro moltiplicazione su tutto il territorio renderà quasi impossibile la consegna in centro città da parte dei camion che effettuano i collegamenti tra le città, questi camion sono principalmente diesel. Le aziende, le collettività e/o gli operatori logistici saranno costretti a creare piattaforme di rimbalzo in periferia dove i carichi saranno trasferiti in veicoli autorizzati all’interno della LEZ. Questa interruzione del carico avrà inevitabilmente costi aggiuntivi e tempi di consegna più lunghi per i clienti finali, che si tratti di privati o imprese. Come spiega Patrick Martin, Presidente delegato del MEDEF e Presidente del Gruppo Martin Belaysoud Expansion che gestisce in proprio una flotta di 200 mezzi pesanti:

«Il mio gruppo investe massivamente nella creazione di nuove piattaforme logistiche. Ma l’optimum di impianto che esisteva ieri è messo in discussione dalle LEZ. Le piattaforme di rimbalzo generano costi aggiuntivi e ritardi, ma non ci sono alternative finché i camion elettrici costano 2,5 volte di più di un autocarro con motore termico, per un’autonomia 5 volte inferiore.» *

La disponibilità dei veicoli “puliti” e il loro costo vengono posti costantemente in primo piano per le numerose discrepanze tra gli annunci dei produttori e la realtà del mercato.

A questo si aggiungono le carenze del network di stazioni di rifornimento e la procrastinazione della Commissione Europea riguardo alla fine della produzione dei veicoli termici nel 2035 o 2040 che rendono le decisioni di rinnovo della flotta più difficili. «È indispensabile che le LEZ progrediscano allo stesso ritmo della tecnologia dei costruttori e degli impianti di rifornimento. I costruttori devono partecipare alla concertazione», sostiene Christophe Schmitt.

Patrick Martin sottolinea un’altra difficoltà che deve interpellare tutti gli imprenditori che hanno impianti all’interno di un perimetro LEZ: l’accesso a questi siti da parte dei dipendenti il cui veicolo non ha il bollino Crit’Air giusto. È vero che esistono per i privati aiuti locali e nazionali significativi per l’acquisto di una macchina elettrica, ma per un gran numero di dipendenti, il resto a carico rimane troppo elevato. «In un clima politico piuttosto elettrico, e dopo il periodo complicato con i “Gilets Jaunes”, sono sconcertato dal fatto che non si tenga maggiormente conto di tutte le dimensioni dell’argomento, per arrivare il più consensualmente possibile a decisioni volontaristiche ma pragmatiche», aggiunge l’imprenditore.

Per una uscita comunque vantaggiosa …

Secondo il parere di tutte le parti interessate, compresi i rappresentati eletti a livello locale, l’impatto economico e sociale delle LEZ è stato valutato male e non sufficientemente anticipato. Da qui i calendari irrealistici, la moltiplicazione delle deroghe e, in fine, i rinvii di scadenze annunciati da alcune collettività. Per una uscita in modo vantaggioso dalle difficoltà constatate sulle 11 ZFE-m esistenti e mentre 33 agglomerazioni supplementari stanno definendo la loro ZFE, l’Union TLF ha pubblicato a ottobre 2022 una serie di 10 proposte, di cui 2 misure urgenti:

  • L’istituzione di un comitato nazionale di coordinamento delle LEZ-m per garantire un’armonizzazione dei calendari e dei controlli. Nel gennaio 2023, il ministro della Transizione ecologica e della coesione dei territori, ha nominato un coordinatore nazionale e ha creato un comitato di concertazioni nazional sulle LEZ-m.
  • L’avvio di una fase transitoria che consente ai veicoli di trasporto merci di circolare con il bollino Crit’Air 2 fino al 2030 nelle città che vietano il diesel.

Le altre proposte riguardano ad esempio l’armonizzazione degli aiuti e sussidi finanziari tra i territori (sportello unico) e la creazione di corridori che consentono ai veicoli «lunghe distanze» Euro 6 e inferiore di accedere alle LEZ.

Questo implica forza, negoziazione e coordinamento, sapendo che tutte le parti interessate desiderano che la realizzazione delle LEZ sia un successo.

>>Nel frattempo, Nomadia accompagna le imprese che intervengono nelle LEZ esistenti. I perimetri di queste LEZ sono integrati nelle nostre soluzioni e possono essere prese in considerazione dalle nostre soluzioni di pianificazione e ottimizzazione dei giri. I perimetri delle LEZ in corso di definizione saranno integrati in funzione della loro ufficializzazione da parte delle collettività responsabili.

 

*Tutte le citazioni sono estratte dalla conferenza «ZFE: Quali prospettive, quali buone pratiche?»  che ha avuto luogo il 28 marzo 2023 per la SiTL.